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Presentazione di Cene

Posizione di Cene



Il comune di Cene si trova su un terrazzo alluvionale allo sbocco della Valle Rossa, tributaria sinistra della Valle Seriana, alle pendici del Monte Altino. Dista 17 km da Bergamo, ha una superficie di 847 ettari, 3993 abitanti (31 dicembre 2002) ed è posto a 370 m di altezza s.l.m.. Il centro abitato si è formato per aggregazione dei due borghi originari di Cene di Sopra e Cene di Sotto separati dal torrente Doppia.
Confini del comune (Testo estratto da P. Oscar e O. Belotti, Atlante storico del territorio bergamasco. Geografia delle circoscrizioni comunali e sovracomunali dalla fine del XIV secolo ad oggi, Monumenta Bergomensia LXX, Bergamo 2000, p. 114).
Si ha testimonianza di un'organizzazione di tipo comunale già dalla fine del XII secolo. In quest'epoca la sua circoscrizione comprendeva anche il territorio di Vall'Alta (oggi frazione del comune di Albino), coincidente territorialmente con l'omonimo comune censuario di metà Ottocento, eccetto che per una piccola porzione di territorio Sud-orientale lungo il torrente Luio che era di proprietà dell'Abbazia di S. Benedetto. Il confine meridionale del comune con i possedimenti dell'abbazia, definito in una calcazione del 1234, è stato oggetto di un recente studio che ne ha ricostruito dettagliatamente l'andamento (Zonca, 1998a).
Nel 1353 vengono definiti i suoi confini con il Comune Maggiore di Albino: la ricostruzione cartografica fattane da F. Innocenti (Innocenti, 1991) restituisce un andamento non molto dissimile dall'attuale confine amministrativo tra Cene e Albino (corso del fiume Serio), nel primo tratto, e dal confine censuario ottocentesco tra Vall'Alta (allora ancora ricadente in Cene) ed i censuari di Desenzano e Fiobbio.
È registrato con la denominazione di Cene et Valotta negli Statuti di Bergamo del 1331 e 1333 tra i comuni ascritti alla facta di porta S. Lorenzo. Nelle successive redazioni le due comunità sono elencate distintamente. Nel 1392, con un atto del notaio Marchetto Benzoleni di Cene, viene effettuata una nuova verifica dei suoi confini con i comuni di Bianzano, Leffe, Casnigo, Gazzaniga, Comenduno (Albino), Piano (Gaverina Terme) ed i beni del monastero di Vall'Alta (Albino) che confermano a livello nominale la circoscrizione precedentemente delineata (Codice Patetta, 1996). Nella descrizione del territorio bergamasco del Da Lezze del 1596 le due comunità di Vall'Alta e Cene sono descritte separatamente. Sempre nel Da Lezze abbiamo la prima informazione di Cene diviso in due comuni distinti, anche se «uniti nelle factioni»: "Ce di Sopra", assegnato alla Val Gandino, e "Ce di Sotto", assegnato alla Val Seriana Inferiore. Con la divisione amministrativa del territorio bergamasco in cantoni avvenuta nell'aprile del 1797, le due comunità vengono unite nel comune denominativo di Cene che non subisce variazioni fino alla concentrazione napoleonica, attuata in esecuzione del Decreto 31 marzo 1809, con la quale viene aggregato a Gazzaniga insieme a Fiorano ed Orezzo. Riacquista autonomia amministrativa e territoriale nel febbraio 1816.
Nel 1925 viene discussa dai consigli comunali di Cene e Gazzaniga una proposta di rettifica di confine tra i due comuni con la quale si voleva assegnare a Gazzaniga «la parte di territorio che è delimitato fra il letto del fiume Serio (sponda sinistra), la strada carrozzabile che dal ponte del Serio di Gazzaniga, cingendo quasi a natural confine a sud il cotonificio porta a Cene, e la valletta a sera della turbina dell'opificio stesso». La proposta, nonostante lunghi dibattiti, non ebbe seguito.
Cene di Sopra e Cene di Sotto. Originariamente uniti a Vall'Alta, in un comune denominato "Cene e Vall'Alta", sono citati come autonomi nella relazione del Da Lezze del 1596 dove vengono descritti uniti solo per quanto riguarda le fazioni militari. La loro estensione territoriale, corrispondente alle porzioni dell'attuale territorio di Cene poste rispettivamente a Nord e a Sud della Valle Rossa, non
subisce variazioni fino al 1797 quando, appartenendo alla medesima parrocchia di S. Zeno, vengono uniti a formare l'attuale comune di Cene.


Cenni storici



In assenza di studi e ricerche sulla storia del comune di Cene, fatto eccezione per la pubblicazione storica di Ermenigilda Poli del 1971, e delle fonti archivistiche comunali di Antico Regime, si ha difficoltà nel delineare le vicende storiche che lo riguardano.
La più antica citazione nota di Cene risale al secolo X (a. 978, Gaudeverti f.q. Iohanni de Cene). In una donazione del 1035 fatta da Oberto di Mozzo ai Canonici di Bergamo vi è riportato sorte ... in loco et fundo Ceno subteriore (A. Mazzi, Corografia bergomense, 1880, p. 166).
Risulta difficile datare esattamente l’origine dei comuni rurali come Cene che non sono stati sede di un centro di potere territoriale come la contea o il vescovado. Fra il 1170 e il 1240 in tutta la Bergamasca, varie comunità iniziano a regolare i rapporti con i propri signori stipulando patti in forma di investitura, ricevendo cioè il possesso dei diritti signorili in cambio del pagamento di forti somme di denaro o la corresponsione in perpetuo di un censo. Non si sa se la comunità si è affrancata dalla tutela del Vescovo di Bergamo. Cene assieme a Vall’Alta si costituisce in comune rurale fedele al Comune di Bergamo ed appartenente alla giurisdizione della faggia di Porta S. Lorenzo. Successivamente diviene un feudo dei Capitani, signori di Cene. Probabile loro capostipite è Raimondo di Cene, vassallo del vescovo, documentato nel secolo XII, autore di contrasti territoriali con il confinante monastero di S. Benedetto di Vall’Alta1 e che deteneva in feudo la Curia di Cene. La famiglia signorile dei Capitani di Cene controlla anche una parte della Valle del Luio già prima del 1136 ed è in stretto rapporto con il monastero benedettino.
Il diritto all’uso collettivo dei beni, risale ad epoca remota, precedente persino alla legge romana, quando questi beni detti comunalia appartengono al villaggio. La permanenza nel Medioevo dei beni comunali con gli obblighi connessi alla condizione di titolari di una proprietà comune, è alla base della costituzione dei comuni rurali, delle vicinie e delle frazioni. Nei centri della valle la parentela e la residenza da oltre cinquant’anni nelle stesso luogo sono pregiudiziali per avere il titolo di originari che permette di godere dei diritti politici ed elettivi da cui sono invece esclusi i forestieri. Nel 1234 in seguito a disposizioni del comune di Bergamo, venivano segnati i confini tra il comune di Cene e Vall'Alta e l'Abbazia di S. Benedetto di Vall'Alta. Nel 1331 Bergamo promulga gli statuti. Due anni dopo con la presa di possesso dei Visconti la signoria domina assoluta.
E’ ancora poca chiara la vicenda della separazione fra Cene e Vall’Alta avvenuta dopo il 1463, anno della divisione della comunità in due parrocchie per intervento del vescovo di Bergamo G. Barozzi, e prima del 1493, anno della sentenza del Vicario di Bergamo nella lite con gli uomini di Rova, Ganniga e Fiorano, nella quale i due centri risultano separati civilmente. Anche nella relazione del Da Lezze del 1596 i due centri risultano infatti divisi. Altrettanto non ancora chiarita è la storia della divisione fra Cene di Sopra e Cene di Sotto il primo sottoposto alla Valle Gandino e il secondo alla Valle Seriana Inferiore. Come già detto sopra, nel 1797 i due borghi risultano uniti nel nuovo comune denominato Cene.
Delle fortificazioni medievali, un castello alle pendici del monte Bò, uno lungo il fianco occidentale del monte Pizzo su un’altura ancora oggi detta ’ol Castel’ ed un altro che sorgeva proprio dove oggi vi sono la canonica e la chiesa parrocchiale più altre torri, è rimasto solo qualche traccia.
Cene di Sopra aderisce, quindi, nel sec. XIV alla Confederazione della Valgandino, associazione di liberi comuni, di parte ghibellina, governati da proprie leggi e magistrati che dispone di una maggiore indipendenza politica ed economica dal dominio dell’autorità statale e rientra nella giurisdizione del podestà di Gandino. Cene di Sotto si aggrega al Consiglio Maggiore di Albino che è di parte guelfa. La Confederazione viene ufficialmente riconosciuta dai Visconti nel 1364 e altri privilegi riceve nel sec. XV da Venezia.
Fra la fine del secolo del secolo XIX e gli inizi di quello successivo si sviluppa in Cene e nei comuni limitrofi fiorenti attività industriali fra cui di notevole rilievo è l’attività tessile. Vi ha sede il Cotonificio Bellora, situato al confine con Gazzaniga lungo il fiume Serio. Fondato degli svizzeri Rodolfo Walty e Federico Gelti Widmer nel 1874 lo stabilimento assume prima degli anni Novanta la denominazione di Cotonificio Valle Seriana. Nel 1891 funziona con filatura e tessitura ed ha 1300 operai. Nel 1888 lo stabilimento si associa alla ditta Muggini e Taroni e nel 1901 al Taroni subentra un dipendente, Enrico Beltracchini sotto il quale la sede viene ampliata e raggiunge i 2030 dipendenti, tra operai e maestranze. Nel 1936 lo stabilimento viene acquistato da un industriale di Gallarate, Pietro Bellora da cui il cotonificio ha assunto la nuova denominazione. Grazie agli interventi del Bellora, che è stato anche senatore, l’attività riprende e si mantiene fino alla fine degli anni Cinquanta. Morto il Bellora nel 1959, gli subentra il genero, Negrisoli. Il declino del Cotonificio inizia negli anni Settanta con un devastante incendio che danneggia il reparto filatura. La ristrutturazione del 1978 ha suddiviso il complesso in 11 aziende complementari. Il Cotonificio ha cessato di esistere nel 1987.
Nel 1938 il comune cede gli usi civici di pascolo, raccolta di strame, legna morta, risalenti al Medioevo, quale atto finale di una lunga serie di violazioni e devastazioni3 effettuate su di essi. I 12 fondi sui quali gravano gli usi civici sono situati sui due versanti della Valle Rossa4.
L’archivio storico comunale, recentemente riordinato ed inventariato dall’archivista Sergio Del Bello, è accessibile per eventuali consultazioni, previo appuntamento (telefonare allo 035/718111). Dell’inventario dell’archivio sono a disposizione sia una copia cartacea sia una copia su supporto informatico. Dall’introduzione a tale lavoro sono stati estratti i sopra riportati cenni storici.


 

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